Non esistono normative che regolano la funzione dei sistemi di ritenzione, ma questi certamente aiutano nei test di stabilità.
A scanso di equivoci è bene sapere che, per quanto riguarda i sistemi di ritenzione occipitale, non esiste, all’interno delle normative nazionali, europee e, più generalmente, internazionali, una parte che si occupi in maniera specifica dell’argomento oggetto di questo articolo. Molto più semplicemente, i sistemi antiscalzamento vanno ad apportare il proprio contributo nell’esecuzione di un test che riguarda la stabilità posizionale del casco (Positional Stability Test).
La normativa europea
La normativa europea EN1078, identificata dal marchio CEN (European Standard), a cui rispondono i prodotti venduti nel nostro Paese e negli stati comunitari, a questo proposito prevede l’esecuzione di un test in cui il casco viene posizionato su di una testa campione a normative ISO, agganciato nella parte posteriore da un cavo che, dopo essere stato rinviato da una carrucola, viene collegato a un peso di 10 kg il cui spazio di caduta ammonta a 250 mm.
In queste condizioni, la forza esercitata sul casco non deve determinare una inclinazione della linea orizzontale immaginaria del casco superiore a 30°.
Le normative internazionali
Cosa prevedono invece le altre normative internazionali? Nessun test di stabilità è previsto nelle normative ANSI (American National Standards Institute), nelle svedesi Swedish Board for Consumer Policies e in quelle vigenti in Giappone (Japanese Industrial Standard), mentre l’ASTM (American Society for Testing and Materials), pur contemplando delle linee base della procedura di testing per caschi, nulla prevede per il casco da bicicletta. Nulla, perlomeno inizialmente, anche per la SNELL B90 (Snell Memorial Foundation), in seguito corretta nel ‘94 con l’integrazione “Supplementary Standard” che prevede l’inclinazione della testa ISO a 45° (doppio test anteriore e posteriore), l’applicazione di un carico di 4 kg e la sola verifica che il casco rimanga sulla testa indifferentemente dallo spostamento. Nella SNELL B95, identica alla SNELL N94, il test rimane pressoché invariato con la sola eccezione della corsa di caduta del peso che da 300 mm passa a 600.
Sostanzialmente sulla stessa lunghezza d’onda la prova eseguita secondo lo standard BSI (British Standards Institution), che differisce solo per la caduta pari a 500 mm e, come i test citati in precedenza, prevede la promozione del casco allorché non venga scalzato durante l’esecuzione della prova.
Alcune leggere varianti sono previste nella normativa canadese (Canadian Standards Association), tra cui la trazione del casco nella parte anteriore, l’applicazione di una forza pari a 250 Newton e il “pass” garantito se l’inclinazione non supera i 45°. Anche nelle normative australiane e neozelandesi (Standards Australia/Standards New Zealand) vi sono piccole varianti, come la direzione del cavetto di trazione (parallela al margine del casco), la forza applicata (50 N) e l’impostazione di una fascia di riferimento sulla testa ISO (pari a 74 mm a partire dal piano di base riferito al livello degli occhi) che non deve andare nè completamente coperta nè completamente scoperta durante l’esecuzione del test.
Il nuovo standard americano CPSC
Ecco, infine, cosa prevede il nuovo standard americano CPSC (Consumer Product Safety Commission), l’ente governativo la cui attività è stata varata nel marzo dello scorso anno e destinato a divenire lo standard di riferimento per la commercializzazione dei caschi nell’unione dei Paesi nordamericani. In questo test, peraltro molto simile a quelli già visti, è prevista la doppia prova di trazione anteriore e posteriore condotta con un peso di 4 kg da un’altezza di 600 mm. Similmente alle procedure di testing di SNELL e di altri, per la nuova normativa americana non viene prevista una limitazione angolare o lineare dello spostamento del casco, bensì il solo mantenimento sulla testa campione a prova conclusa.