Per tutti, indistintamente, l’agilità in salita ha rappresentato e rappresenta il mezzo migliore per superare le salite. Ma perché, dunque, un elogio all’agilità?
La risposta
La risposta, in realtà, è semplice e facilmente dimostrabile: l’agilità aiuta a mantenere la muscolatura relativamente fresca anche in condizioni di forte affaticamento e, allo stesso tempo, non preclude affatto la velocità. Spieghiamoci meglio. Per ogni corridore, sia in salita che in pianura, la velocità è in ogni caso l’obiettivo maggiore. Ma se è vero che in pianura possono essere utilizzati anche rapporti lunghi, seppure non senza qualche limitazione o problema, in salita è certamente il caso di pedalare agili in ogni circostanza.
Sull’importanza di mantenere fresca la muscolatura, cioè di non sottoporla a tensioni troppo elevate, che sono tipiche dei lunghi rapporti, abbiamo già detto in altra parte di questo articolo. Sull’assoluta necessità di farlo in salita, invece, possiamo aggiungere almeno altri due fondamentali motivi. Nel corso della scalata a un colle, le pendenze possono variare repentinamente: trovarsi con le gambe appesantite in un punto duro successivo a uno in cui si è spinto al massimo, può voler dire la resa.
Altro aspetto
Altro aspetto è, poi, il rilancio dell’andatura: se in pianura può essere effettuato vincendo la sola resistenza all’aria, in salita, in ogni caso, si deve vincere anche la gravità. Difficile riuscire a essere veloci partendo con rapporti lunghi, che hanno bisogno di essere lanciati. Un rapporto agile, invece, permette scatti brevi ma accelerazioni molto intense, anche in salita. Consideriamo, infine, che utilizzare un rapporto relativamente agile per superare un colle può voler dire salvare la gamba per gli altri tratti della corsa in cui è necessario fare velocità.