Il movimento tradizionale è sempre stato caratterizzato da un albero sostenuto da due cuscinetti a sfera protetti da due calotte sui lati della scatola del movimento centrale. La calotta destra è la prima da montare ed è quella fissa, richiede una chiave particolare e uno sforzo non indifferente per poterla allentare e sostituire. E’ meglio affidarsi a dei riparatori professionali di biciclette, il fai da te in questo caso potrebbe essere pericoloso. La calotta sinistra invece è quella della registrazione, e dell’ispezione delle parti usurate. Ci vogliono due chiavi particolari e un’attenzione maniacale nello serrare dado e contro dado. L’asse deve essere bloccato ma deve avere libertà di girare senza sforzare e senza rumori di biglie e giochi. Prima di serrare la calotta sinistra ingrassare i cuscinetti e posizionare la cuffia in plastica. Le scatole movimento centrale possono essere di due tipi: all’italiana (passo 36 mm x 24 TPI, ovvero diametro del filetto 36 mm e 24 filetti per pollice, lunghezza 70 mm, filetti entrambi destrorsi, si avvitano cioè in senso orario), all’inglese (molto usato per le MTB) (passo 1.37″ (pollici) x 24 TPI, lunghezza 68 mm, il filetto del lato destro della bici è sinistrorso – si avvita in senso antiorario – mentre quello del lato sinistro è destrorso). Esistono altri standard ma non conviene considerarli vista la rarità. La larghezza del perno su cui poi andranno montate le pedivelle (113 o 118mm.). Disponendo di una chiave dinamometria, la coppia consigliata i bulloni è di circa 3.5 Kg.mt (30 35 N.mt).
Movimento a cartuccia
L’operazione in questo caso è molto più semplice.
I movimenti a cartuccia si compongono di due parti: la calotta di sinistra e il movimento vero e proprio con l’altra calotta.
E’ quest’ultimo che deve essere montato per primo e successivamente la calotta di sinistra. Un po’ di grasso sulle filettature oltre a facilitare il compito metterà anche al riparo da fastidiosi cigolii che potrebbero svilupparsi in seguito.
OCTALINK
Il passaggio dal movimento quadro a quello Spline porta ad alcuni innegabili vantaggi a fronte di poche caratteristiche che possono essere definite di ex-equo: migliore rigidità generale (flessione e torsione), minori tensioni concentrate sulla guarnitura (le otto nervature distribuiscono su una maggiore superficie i carichi che la leva trasmette allassale), linnesto meccanicamente più corretto porta a una stabilità dellaccoppiamento più duratura nel tempo, esiste la possibilità di smontaggi multipli senza che le due superfici di contatto degradino e le tolleranze si modifichino
La Shimano è ovviamente molto gelosa del proprio disegno Spline, tanto che lo ha coperto di abbondanti brevetti in modo che nessun altro costruttore possa utilizzarne il disegno: in tal modo ha cercato di evitare quanto accadeva con i movimenti a innesto quadro, ovvero la loro sostituzione con altri di diversa marca o di differente qualità. Ultimamente, però, a seguito della realizzazione dellIsis Drive, un tipo di innesto frontale alternativo al suo, Shimano ha quasi liberalizzato la produzione di guarniture compatibili con il movimento Spline
ISIS
In qualità di alternativa allo Spline di Shimano, lIsis Drive doveva potersi presentare con qualche caratteristica che lo rendesse, almeno teoricamente, superiore al diretto concorrente. Il disegno Isis si compone di due parti: il disegno dellinterfaccia di accoppiamento tra assale e guarnitura, lo standard di lunghezze dellassale per le varie tipologie di bici. Linterfaccia si avvale di un asse di 22 millimetri di diametro, ovvero lo stesso di Shimano, alle cui estremità sono scavati dieci canali sferici, inclinati di un grado rispetto allasse del perno, con una penetrazione nella guarnitura di ben 16 millimetri rispetto ai 5 o ai 9 di Shimano. Questa forma molto arrotondata, priva di spigoli o parti a rilievo, secondo i disegnatori dovrebbe essere ancora più corretta di quella della Shimano.