Visto che parte del tracciato si sviluppa in Svizzera, prima di partire occorre ricordarsi di portare con sé la carta d’identità valida, anche se normalmente ai ciclisti non viene richiesta; inoltre, ricordiamo che il percorso non può essere effettuato in senso inverso, dato che l’espatrio in Svizzera non è consentito, né a piedi né in bicicletta, al di fuori dei posti di frontiera ufficiali e sorvegliati. L’itinerario prende il via da Tirano. Seguiamo a destra la via dei Benefattori, continuando dritto a un primo stop e così anche a un secondo e trovandoci, quindi, a pedalare lungo il viale dei Cappuccini. Lo seguiamo fino al km 0.81, punto in cui deviamo a destra, imboccando la secondaria via San Rocco che sale dolcemente.
Lasciata a destra una fontana, quando la strada poco dopo si biforca, scartiamo il ramo di destra, proseguendo dritto ancora in leggera salita. Fiancheggiata a destra la chiesa di San Rocco, scendiamo fra le case della frazione di Rasica fino ad arrivare sulla più importante S.S. 38 dir. A, che imbocchiamo a destra. La strada, che può risultare un po’ trafficata ma non certo pericolosa, visto che sia le auto che i mezzi pesanti, entrando di lì a poco in Svizzera, rispettano rigorosamente sia i limiti di velocità che i ciclisti, sale abbastanza dolcemente, fiancheggiando sulla destra la ferrovia del Bernina. Dopo meno di un kilometro superiamo la Dogana italiana e successivamente anche quella svizzera. La strada, dopo aver attraversato in piano il centro di Campocologno, supera un passaggio a livello sulla ferrovia del Bernina (attenzione perché c’è solo il segnale e non le sbarre) e riprende poi a salire con pendenza non troppo dura, mantenendosi sempre allo scoperto.
Lasciata alle spalle Campascio, entriamo successivamente a Brusio che attraversiamo, fiancheggiando sulla sinistra un paio di chiese. Quasi alla fine del paese, al km 6.64, dobbiamo abbandonare la statale per seguire a destra le indicazioni per Posta e, quando poi la strada si biforca subito davanti alla ferrovia, prendere il ramo di sinistra. Saliamo con pendenza molto elevata, facendo attenzione a tenere la destra per Miralago e Viano a una biforcazione e attraversiamo, quindi, la ferrovia in un tratto un po’ più dolce. Poi, però, la salita riprende per ridiscendere ancora poco prima di un bivio dove dobbiamo deviare a destra per Gines e Viano. Saliamo sempre, su un fondo che diventa, poco dopo, sterrato, tenendo la sinistra a un primo bivio e piegando, successivamente, sempre a sinistra, ora su fondo erboso, quando la traccia sembra perdersi. Una ripida rampa ci porta a sbucare sull’asfalto che imbocchiamo a destra, seguendo le indicazioni per Viano.
All’inizio procediamo quasi in piano ma poi, dopo un ponticello, la salita riparte con estrema decisione. La strada è davvero spettacolare dato che è arditamente scavata nel pendio roccioso, quasi strapiombante, e offre una meravigliosa vista sulla Val Poschiavo, sul sinuoso percorso del trenino che la risale, sull’omonimo lago e, a mano a mano che ci alziamo, sulle vette che compongono il massiccio del Bernina. L’esposizione a sud-ovest, col sole negli occhi, l’assenza di vegetazione e la pendenza la rendono, però, molto impegnativa. Una prima serie di sei ripidissimi tornanti ci fa prendere velocemente quota; poi, dopo aver fiancheggiato sulla sinistra una prima immagine sacra alla Madonna, incassata nella roccia, compiamo una lunga traversata verso sud, interrotta da un’altra coppia di ravvicinati tornanti. Altre immagini sacre si susseguono, a indicare la fede ancora radicata in questa popolazione, e ci aiutano, insieme al panorama, a progredire nella salita e a giungere alle porte di Viano. Lasciate a destra le indicazioni per Dogana e San Romerio, la pendenza finalmente diminuisce e raggiungiamo in breve, al km 11.03, il centro della frazione dove, sulla destra, sorge una bella fontana, utilissima per rifocillarsi dopo la fatica. Con una stretta viuzza che corre fra le case, a pendenza modesta e su un fondo di porfido, usciamo dal paese, incontrando altre fontane.
Poi torniamo su asfalto e, dopo aver lasciato a sinistra la deviazione per San Romerio e Poschiavo e a destra quella che scenderebbe a Brusio, riprendiamo a salire, con pendenza decisamente meno impegnativa di prima. Attraversato un ponticello e scartate le secondarie, l’asfalto termina al km 12.36 nel punto in cui finisce anche la salita, in cima a un colle, nei pressi di una grande casa colonica isolata. Da qui, proseguendo sempre dritto, iniziamo a scendere su un discreto fondo in terra battuta, immettendoci a destra su una strada più importante e lasciando successivamente a destra una strada proveniente da alcune case. Raggiungiamo così un piazzale asfaltato dove, sulla destra, sorge una bassa costruzione che un tempo ospitava probabilmente la Dogana svizzera. Da questo, continuando ancora dritto su fondo sterrato, riprendiamo a scendere, incontrando un breve tratto cementato e raggiungendo in breve un gruppetto di costruzioni, in parte diroccate, che costituiscono la frazione di Palü. Qui dobbiamo prestare attenzione, perché subito dopo l’ultima casa dobbiamo lasciare la principale, che continuerebbe fino a raggiungere il confine di stato, per terminare poi con un parcheggio, e imboccare una stretta mulattiera che si stacca sulla destra inoltrandosi nella fitta vegetazione, chiusa da una rudimentale cancellata fatta con tronchi di alberi. Non vi sono indicazioni, ma la traccia è ben identificabile e ci sono dei cartelli escursionistici sulla sinistra della strada, proprio all’imbocco della mulattiera.
Questa scende abbastanza ripidamente e con un andamento decisamente tecnico che richiede prudenza ai meno esperti. Dopo circa 200 metri superiamo il confine di Stato e rientriamo in Italia: un cartello, posizionato in senso opposto al nostro senso di marcia, evidenzia il fatto che dall’Italia non si può entrare in Svizzera attraverso questo sentiero e che quindi il giro non può essere effettuato in senso opposto. Scartate delle tracce secondarie e proseguendo su quella principale, che riporta indicazioni per Baruffini, Roncaiola e Madonna di Tirano, poco dopo lasciamo sulla destra (km 13.30), ormai completamente invasa dalla vegetazione e quasi invisibile, la vecchia caserma della Finanza Sasso del Gallo, attiva nei tempi del contrabbando e ora abbandonata. Proseguendo in discesa la traccia diventa affrontabile in sella anche dai meno esperti e a tratti esce dal bosco, fiancheggiando sulla destra alcune baite isolate e offrendo begli scorci panoramici sul fondovalle.
Scartata, quindi, la deviazione a sinistra per Pradentia e Pra Baruzzo, proseguiamo dritto per Roncaiola e Baruffini e dal km 14.83 la traccia, ormai larga, si trasforma in strada sterrata carrozzabile. Fiancheggiamo un capitello sulla sinistra e sbuchiamo poi su una strada asfaltata che imbocchiamo proseguendo dritto in falsopiano e lasciando a destra il ramo che scenderebbe a Piazzo. La strada riprende poi a scendere e arriva, infine, sul tornante di una strada più importante che imbocchiamo a destra, sempre in discesa. Attraversiamo così le frazioni di Bottigioli e Case Alte ed entriamo quindi a Baruffini, di cui lasciamo a sinistra la chiesa al km 17.13. Usciti dal paese continuiamo a scendere, superando una serie di tornanti e raggiungendo il km 18.09 su una strada più importante che imbocchiamo a sinistra, scartando il ramo di destra che raggiungerebbe Roncaiola.
La strada poi scende ancora, sempre a tornanti, attraversando un pendio tappezzato da coltivazioni di viti con una bella vista su Tirano che raggiungiamo in breve. Già fra le case, al km 20.70 teniamo la principale a destra e dopo meno di 200 metri deviamo a sinistra lungo la via Pio Rayna. La seguiamo per poco e poi la lasciamo per proseguire dritto, imboccando la via dei Benefattori, che ci riporta in breve da dove siamo partiti.